"È opportunismo politico": il giudice Valerio è intervenuto ad Aconcagua Radio e ha messo in discussione le richieste di pene più severe.

Ha così risposto alle recenti dichiarazioni del governatore Alfredo Cornejo, che ha criticato l'operato della magistratura e chiesto pene più severe a seguito di un caso di violenza urbana che ha sconvolto la provincia. Intervenendo a una radio locale, Valerio ha difeso con forza l'indipendenza della magistratura e ha affermato che queste richieste "rispondono a criteri personali" che si discostano dall'attuale quadro giuridico.
"A questo punto, chiedere pene detentive più severe è opportunismo politico", ha affermato il giudice. La frase si riferisce direttamente alle dichiarazioni di Cornejo e di altri funzionari, come il Ministro della Sicurezza e il Procuratore Generale, che hanno criticato pubblicamente l'operato dei giudici dopo che un criminale ha brutalmente aggredito il proprietario di un'edicola a Mendoza.
Valerio ha spiegato che i giudici devono applicare la legge così come è stabilita, senza farsi condizionare da pressioni esterne. "Una cosa è pretendere che i giudici applichino le sentenze in base a criteri personali, piuttosto che farli giudicare secondo la legge. Questo va contro il sistema costituzionale", ha affermato.
Il giudice ha osservato che il diritto penale è definito nel Codice penale, in particolare negli articoli 40 e 41, che stabiliscono i parametri per determinare la gravità di un reato e l'entità della pena. "Non è una questione di gusti personali o occasionali. Il mandato dei giudici è il mandato della società attraverso la legge", ha sostenuto.
Alla domanda se le dichiarazioni del governatore rappresentino un'ingerenza nel sistema giudiziario, Valerio è stato categorico: "Logicamente, se si cerca di dettare legge ai giudici, si verifica un'ingerenza. Se non è questa l'intenzione, non ci sarà, ma non è comunque appropriato".
La controversia si intensificò quando Cornejo affermò che la sua intenzione non era quella di "disciplinare" i giudici, ma che la magistratura interpretò le sue osservazioni come una pressione diretta. "Probabilmente sa quali erano le sue intenzioni, ma io so come dovrebbero comportarsi i giudici. Esiste una separazione dei poteri molto precisa", ha detto Valerio, citando l'articolo 12 della Costituzione di Mendoza, che stabilisce chiaramente le funzioni di ciascuno dei tre rami del governo.
L'importanza del sistema accusatorioNel corso dell'intervista, Valerio ha anche sottolineato i progressi del sistema di giustizia penale accusatorio che si sta implementando in tutto il Paese, un sistema pionieristico in cui è stata istituita Mendoza. Questo modello attribuisce alle parti (accusa e difesa) il ruolo guida nel contenzioso, limitando il ruolo del giudice a quello di arbitro imparziale.
"Il vecchio giudice istruttore aveva tutto il potere e decideva in base alle sue conoscenze e alla sua comprensione. Questa non è indipendenza giudiziaria. Nel sistema accusatorio, i giudici decidono in base alle azioni delle parti, e questo garantisce l'imparzialità", ha spiegato Valerio. E ha aggiunto: “Senza imparzialità non c’è giustizia”.
Attualmente il giudice si trova a Corrientes, dove sta partecipando a riunioni con i tribunali provinciali per rafforzare questo sistema. "Sto lavorando sull'antagonismo, che è una delle garanzie più forti per i cittadini", ha affermato.
Il ruolo dei procuratori e i controlli democraticiUn altro punto chiarito da Valerio è stato il funzionamento della Procura di Mendoza. Ha ricordato che, per legge, i pubblici ministeri hanno autonomia funzionale e sono responsabili nei confronti del Parlamento, non dei giudici.
"La supervisione dei pubblici ministeri spetta alla Commissione Bicamerale del Parlamento. Non possono venire ora a chiedere ai giudici di tenere d'occhio i pubblici ministeri. È inappropriato", ha sottolineato.
La legge 8008 e le successive modifiche stabiliscono che il Procuratore generale deve presentare annualmente un piano di azione penale e poi riferire sulla sua attuazione. Pertanto, la politica criminale dello Stato resta nelle mani della Procura della Repubblica e sotto la supervisione legislativa e non giudiziaria.
Incontro con i giudici e possibili risposte istituzionaliOgni lunedì Valerio coordina gli incontri con i giudici penali per valutare l'andamento del sistema. Alla domanda se le dichiarazioni del governatore sarebbero state affrontate nella riunione successiva, il giudice ha risposto che probabilmente sarebbero state oggetto di discussione.
"Sospetto che ci possano essere delle preoccupazioni. I miei colleghi sanno dove mi trovo sull'indipendenza della magistratura e sul modello accusatorio. Non lavoriamo con un programma fisso, quindi se qualcuno solleva la questione, la discuteremo", ha detto.
Quanto a una possibile reazione istituzionale della Corte alle dichiarazioni di Cornejo, Valerio non ha escluso tale possibilità, ma ha osservato che finora si sono registrate solo dichiarazioni pubbliche da parte di diversi funzionari. "Vedremo cosa succederà alla fine", ha concluso.
Anche il suo collega in Corte, il giudice Mario Adaro, ha espresso il suo disaccordo con le dichiarazioni del governo provinciale. Sebbene non ci sia ancora stato un annuncio ufficiale, si prevede che la questione continuerà ad avere ripercussioni nei prossimi giorni.
Separazione dei poteri: il limite invalicabileL'intervento di Valerio pone un limite netto a qualsiasi tentativo di pressione da parte dell'esecutivo. "I giudici non possono delegare funzioni ad altri rami del governo, né possono delegare funzioni a noi. Non possono interferire", ha insistito.
In questo modo, il giudice Valerio si posiziona come uno dei più strenui difensori dell'indipendenza della magistratura a Mendoza, in un contesto in cui i rapporti tra i rami del governo sono nuovamente tesi. La discussione promette di restare aperta e, con essa, il dibattito su come la giustizia sia garantita in un sistema democratico.
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